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Credito di imposta per l’acquisto di servizi Cloud

Dalla crisi innescata dal COVID-19 si assiste a un fortissimo interesse da parte di moltissime imprese verso la Finanza Agevolata e la possibilità di attingere a fondi, finanziamenti e agevolazioni economiche per la loro attività. Una Finanza Agevolata che è stata estesa e prolungata in numerosi interventi legislativi e che prosegue con l’insediamento del Governo Draghi, che dai Ristori passa ad altre forme di sostegno economico, anche in previsione del Recovery Fund.

Tra le spese e gli investimenti finanziabili dai vari interventi normativi sono sicuramente compresi quelli inerenti alla digitalizzazione e al settore IT, compresi quelli in soluzioni e Servizi Cloud e per il passaggio al Cloud delle aziende.

Tre tipologie di Finanza Agevolata

Iniziamo col precisare che gli inteventi di Finanza Agevolata sono sostanzialmente di tre tipi:

  • finanziamento a tasso agevolato;
  • contributo a fondo perduto;
  • contributo a fondo perduto + finanziamento a tasso agevolato.

Il finanziamento agevolato è un qualcosa che in generale in questi anni le aziende considerano poco, giacché non solo i tassi di interesse sono bassi, ma spesso riescono ad avere accesso a linee di credito bancario già convenienti; ad ogni modo l’agevolazione consiste nella concessione di un finanziamento a condizioni molto vantaggiose, per cui una provvista finanziaria a dei tassi molto bassi e magari senza chiedere garanzie, perché è lo Stato o qualche Pubblica Amministrazione a fornire la garanzia.

La forma più allettante di agevolazione è il contributo a fondo perduto a fronte di un’attività;  praticamente il finanziamento a fondo perduto serve per sostenere un investimento, quindi l’azienda compra qualcosa (beni o servizi) poi comunica all’ente erogatore quanto ha speso, dimostrandolo attraverso documentazione (fattura, per esempio) che l’ha fatto per lo sviluppo della propria impresa e le viene riconosciuta una percentuale della spesa stessa.

Si tratta quindi di soldi erogati senza restituzione e questo ha destato l’interesse di numerose aziende, se non altro perché la percentuale di copertura delle spese si è spostata dal 12-15-20% del passato a qualcosa come il 55-60-70 percento come è successo dalla crisi del COVID-19.

Infine esistono forme miste di agevolazione, che comprendono una parte di denaro erogata sotto forma di finanziamento a fondo perduto e il resto, per esempio, in finanziamento a tasso zero o  quasi zero.

In tutto questo si innesta anche l’aspetto tributario e fiscale, perché a fianco degli interventi suddetti si sono moltiplicati anche i crediti di imposta su moltissimi fronti, i quali hanno destato molto interesse; infatti, sebbene il credito di imposta non sia un bonifico sul conto corrente dell’azienda, può essere compensato per non pagare imposte o per pagarne di meno. Chiaramente il credito d’imposta è una forma di agevolazione che interessa le realtà che hanno utili e che devono pagare tasse; chi è in difficoltà, è in credito o quasi a zero, non lo considera la forma di agevolazione prediletta.

Aspetti rilevanti per partecipare a un bando di assegnazione

Prima di orientarsi verso una forma di agevolazione finanziaria o di partecipare a un bando riguardante interventi di Finanza Agevolata, è importante analizzare alcuni aspetti del proprio business ed anche le condizioni di partecipazione ai bandi o di accettazione delle domande di accesso. Insomma, bisogna cercare di mettere a fuoco nella giungla di agevolazioni che si è creata, quelle più fruttuose dove conviene spendere tempo, dove conviene preparare una domanda o partecipare.

Gli aspetti sono sostanzialmente quattro:

  • ammontare dello stanziamento e criteri di ripartizione delle risorse assegnate ai singoli partecipanti al bando;
  • analisi e verifica della sussistenza dei requisiti di partecipazione ai bandi e delle condizioni applicative delle misure di sostegno;
  • verifica della documentzione richiesta per la partecipazione al bando e per la rendicontazione della spesa a consuntivo;
  • verifica della decorrenza delle spese finanziabili e delle condizioni di pagamento.

Per quanto riguarda il primo punto, occorre innanzitutto valutare quanto denaro viene stanziato per quella agevolazione e i criteri con cui viene ripartito tra i partecipanti al bando che ne saranno destinatari, perché magari si spende del tempo e del denaro per redigere la documentazione e partecipare e alla fine ciò che si riceve non ripaga neppure minimamente lo sforzo sostenuto. Non solo: magari non ricorrono neppure le condizioni per fruire del sostegno.

Alcuni bandi prevedono, magari per il prematuro esaurirsi dei fondi disponibili, l’erogazione dell’agevolazione solo alle prime domande o comunque alle domande che arrivano in ordine cronologico, pertanto può non avere senso tentare qualcosa che sembra una lotteria.

Altri bandi vengono rifinanziati, ma non è semplice saperlo in anticipo o comunque occorre un’informazione tempestiva; questo è un ulteriore elemento che rende difficile la valutazione circa l’opportunità di presentare una domanda di accesso al finanziamento agevolato.

Andando al secondo punto, è importante capire se l’azienda ha i requisiti richiesti per accedere al bando e quali sono le condizioni di applicazione delle misure di sostegno; ad esempio, se l’agevolazione riguarda aziende che hanno avuto il bilancio in attivo per i due precedenti esercizi e non si possiede questo requisito, ovvero se è volta a finanziare spese come ad esempio quelle per l’aggiornamento delle infrastrutture IT aziendali e l’acquisto di Servizi Cloud e si desidera comperare smartphone, può non essere fattibile.

Quanto al terzo punto, è importante accertare che documentazione viene richiesta per la partecipazione al bando e se si è in grado di rendicontare come richiesto dalle condizioni di accesso, le spese sostenute: ad esempio se si tratta di un contributo a fondo perduto a fronte di una spesa che deve essere documentata non solo da una fattura ma anche da una relazione tecnica asseverata da un professionista abilitato o da un organismo di certificazione, che dichiarino la coerenza dell’investimento con l’intento del bando, questo è da valutare bene. Infatti se si vanno a sostenere spese presso fornitori che devono poi certificare che la spesa è stata sostenuta per l’acquisto di beni e non sono in grado di farlo, si va a partecipare a un bando dal quale si verrà certamente esclusi. In quest’ottica si colloca il concetto di Fornitore Qualificato: se il bando esige che l’acquisto sia fatto presso un fornitore qualificato, ciò che viene acquistato presso realtà differenti non sarà finanziabile.

L’ultimo aspetto è quello che verifica della decorrenza delle spese: significa che occorre innanzitutto verificare qual è l’arco temporale entro il quale sono ammesse le spese e poi capire se ci si rientra, ma anche se la fattura dell’acquisto rimarrà entro le date limite; ovvero, se un bando finanzia le spese in infrastrutture IT dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 e si acquistano ad esempio dei componenti IT ma il fornitore li consegna oltre il 31 dicembre, si rischia di rimanere fuori dall’agevolazione.

La tempistica è molto importante e sarebbe molto utile avere delle anticipazioni sull’uscita dei bandi, cosa che molte volte è difficile, come è necessario fare attenzione a quando i bandi partono effettivamente, perché magari si sente la notizia, si va sul sito dell’Amministrazione corrispondente, magari si inizia a spendere su un progetto che rientra fra quelli finanziati ma poi se si inizia a dare un acconto al fornitore e il bando viene aperto l’indomani o la settimana dopo, tutto quel progetto rischia di rimanere fuori perché basta un semplice acconto o una parte del progetto fatturata prima della data di entrata in vigore per fa saltare l’intero progetto.

Tipologie di agevolazione riservate al Digitale

La digitalizzazione del business e delle imprese e dei processi è sempre più importante, cosa che è diventata ancor più evidente con la necessità di implementare un diffuso Smart Working: è stato così sia nel privato, sia nel pubblico, a livello di amministrazioni centrali, Regioni, ministeri.

Da parte della Pubblica Amministrazione, delle Regioni e anche delle Camere di commercio (e soprattutto Unioncamere) c’è un crescente sostegno alle imprese che vogliono investire sul Digitale cioè il concreto intento di dare una mano alle imprese a digitalizzarsi, ad essere presenti on-line, a fare campagne di marketing digitale, a sviluppare l’e-commerce e i siti web aziendali.

Sostanzialmente a inizio 2021 si possono elencare cinque tipologie di agevolazione per le aziende interessate a crescere nel Digitale:

  • bandi Re-Start
  • voucher digitali erogati su base provinciale (dalle Camere di commercio);
  • bandi per sostegno alla creazione di soluzioni e-commerce;
  • bandi per sostegno agli investimenti digitali e per la promozione sui mercati internazionali;
  • bandi per la riapertura sicura post-COVID-19.

Sono  quindi stati lanciati bandi con delle differenze fra uno e l'altro, ma che sicuramente finanziano l'acquisto di tecnologia (hardware-software, acquisto di servizi di consulenza specializzata) e soprattutto molto in un’ottica di proiezione sui mercati globali e per aumentare la presenza delle aziende sul mercato digitale (fondi erogati se c’è un’uscita sul web e una promozione sul web, non soltanto per vendere in Italia).

Agevolazioni e misura del beneficio

Spostiamoci ora sul credito d’imposta, che, come accennato, consiste nella possibilità per l’azienda di dedurre  una certa percentuale della spesa compresa nell’agevolazione, dalle imposte.

La Legge di bilancio 2021 ha rinnovato, estendendolo fino al 2022, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi.

Quindi un regime fiscale e tributario di vantaggio per tutte le imprese che sostengono degli investimenti una certa direzione, semplificando la normativa precedente e sostituendo i concetti di iperammortamento e super-ammortamento: ormai si punta a una percentuale di credito d'imposta sugli investimenti fatti in tecnologia e in Digitale.

La percentuale di detrazione dipende dall’investimento che viene fatto sia sui beni materiali che su quelli immateriali; per quel che riguarda i beni materiali si parla di macchinari automatizzati,  magazzino verticale, linea di produzione altamente integrata. Poi c’è tutta la parte di investimento immateriale, ovvero System Integration, software, Cloud computing, applicazioni, piattaforme.

Un aspetto interessante è che mentre prima la parte immateriale veniva riconosciuta solo se agganciata alla parte materiale, pure a completamento; per esempio se l’agevolazione riguardava  un progetto di Industria 4.0 ci dovevano essere i macchinari e poi tutta la parte software e Cloud.

La novità interessante della manovra 2021 è che la parte immateriale è stata svincolata da quella materiale per cui ci può essere un investimento in System Integration, software, piattaforme  anche svincolato dall’acquisto di macchinari.

Quindi si è di fronte a un regime tributario che consente finché valido (2021/2022) di ottenere un credito d’imposta se si acquistano questi beni e servizi correlati al mondo 4.0, che aiutano ad aumentare la produttività, l’automazione eccetera; il credito riguarda ad esempio System Integration, software, Cloud, applicazioni, piattaforme e sistemi non inclusi nell’Allegato B della Legge di bilancio 2017.

I criteri per identificare gli investimenti coerenti con il provvedimento sono l’asseverazione del fornitore o la perizia da parte di un Ingegnere o Perito Industriale che accerti la rispondenza a parametri introdotti dal Ministero dell’Economia e delle finanze, nell’Allegato B alla Legge di bilancio 2017, per definire cosa rientra nel concetto di Industria e Impresa 4.0.

Per quel che riguarda gli operatori IT, System Integrator, MSP, il credito d’imposta riguarda ad esempio:

  • software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni;
  • spese per servizi sostenute in relazione all’utilizzo dei beni di cui al predetto Allegato B della legge di Bilancio 2017, mediante soluzioni di Cloud Computing, per la quota imputabile per competenza.
  • applicazioni per la progettazione e riprogettazione, software a supporto delle decisioni in grado di interpretare i dati analizzati dal campo e visualizzare gli operatori in linea specifica, piattaform e e applicazioni in grado di comunicare e condividere dati e informazioni, Internet of Things ecc.

Generalizzando, un qualsiasi servizio Cloud di condivisione dei dati, ad esempio un server, Dropbox o qualcosa del genere, potrebbe può rientrare in questa in questa categoria, purché sia dimostrabile che il suo utilizzo sia orientato all’Industria 4.0.

L’agevolazione richiede che un professionista, ovvero l’azienda fornitrice, rilasci una certificazione di conformità del bene venduto alla Legge, cioè che l’investimento rientri nel Credito d’imposta.

I requisiti sono dettagliati nell’allegato B alla Legge di bilancio del 2020 che descrive software e piattaforme informatiche (software, System Integration, applicazioni) e quindi comprende le soluzioni di Cloud Computing per la parte riferibile alla gestione di un macchinario o la gestione di una parte del processo produttivo.

La Legge di bilancio 2021 prevede due coefficienti di applicazione del credito d’ imposta per l’acquisto di beni strumentali diversi da quelli compresi negli allegati A e B della Legge 232/2016; il relativo credito spetta non solo alle impresi ma anche agli esercenti arti e professioni.

Per investimenti effettuati da decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021 (ovvero fino al 30 giugno 2022 se l’ordine è stato accettato dal fornitore entro il 31/12/2021 ed è stato pagato almeno il 20% del prezzo) è prevista la detrazione del 10% del costo sostenuto (con un tetto di 2.000.000 di euro per i beni materiali e di 1.000.000 di euro per quelli immateriali) che può salire al 15% per gli investimenti finalizzati al lavoro agile (Smart Working).

Per quanto riguarda i beni rientranti nel concetto di Industria 4.0 compresi nel succitato Allegato B, il coefficiente diviene il 20%, comprendendo anche delle soluzioni di Cloud computingsoftware automatizzato Industria 4.0 soprattutto che aiuti a mettere in rete le macchine, a farle dialogare (M2M) e a condividere dati allo scopo di implementare la Data Analytics.

In quest’ottica diventa strategico collocare l'investimento nella giusta fascia di applicazione.

Agevolazioni per Ricerca e Sviluppo

La Finanza Agevolata non trascura il campo della Ricerca e Sviluppo, per cui l’impresa che non solo acquista della tecnologia ma sviluppa essa stessa tecnologia, declinata sotto forma di prodotto o processo, può contare su interessanti forme di agevolazione per sostenerne l’investimento.

Lo stato da anni premia le imprese che fanno questo investimento al loro interno, sebbene vada  premesso che nel campo del software e del Digitale è piuttosto complicato avere un’innovazione effettiva reale e quindi accedere a certe agevolazioni.

Questo, malgrado il settore dello sviluppo software, delle Software House spenda notevoli risorse in denaro e in personale, però lo sviluppatore che individua una app oppure un linguaggio, una piattaforma o un programma con dei connotati, non viene inquadrato in una pura attività di Ricerca e Sviluppo ma nel semplice sviluppo di un’attività commerciale.

Moltissime imprese in Italia fanno innovazione, ma la discriminante per accedere alle agevolazioni è nel valutare se effettivamente si tratta di mera innovazione nell’implementazione di un prodotto o di un processo, oppure se si tratta di un’invenzione di qualcosa di nuovo nel settore o nel mercato globale.

Un requisito importante ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni è a chi si attinge per sviluppare innovazione, perché dimostrare di aver chiesto la consulenza di soggetti esterni, come ad esempio società di ricerca accreditate, di prototipazione, misura ecc. rende più facile l’accesso all’agevolazione.