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di Alessandro Davanzo
VM Explorer è una soluzione di Backup che facilita le attività di gestione di Backup e Disaster Recovery su macchine virtuali funzionanti in ambiente VMware ESX e Microsoft Hyper-V; VM Explorer, sostanzialmente offre un piano di Backup e Disaster Recovery all’ambiente virtualizzato VMware.
VM Explorer supporta la versione VMWare ESXi per eseguire backup e repliche complete.
In questo tutorial faremo una panoramica su VMExplorer in ambiente virtualizzato, quindi una breve presentazione di VMExplorer e poi vedremo l’installazione e la configurazione in un ambiente ESXi Dsts Center. Vedremo le modalità di backup e la schedulazione dell'attività.
Attualmente esistono tre edizioni di VM Explorer: quella gratuita (free), quella Professional e quella Enterprise. Nell’elenco che segue vediamo le funzioni principali di VM Explorer.
Più che altro le funzioni principali, quelle in grassetto, le troviamo dalla versione Professional alla Enterprise, che vedremo dopo a parte; quelle non in grassetto sono le funzioni disponibili anche nella versione free.
In questo tutorial lavoreremo con la versione Professional.
Quanto al backup di macchine virtuali accese, va precisato che è possibile ma a condizione che le schede di rete siano collegate e che le VM siano accese in sola lettura. Quindi anche se poi avete la vostra VM accesa non ci sono problemi.
Ultimamente è cambiato perché VM Explorer già da un po' è diventato anche lui a socket la versione base diciamo la licenza base esce con 4 Soccer Se non ricordo male con questo sito Sono sotto Quindi potete mettere sotto la vediamo adesso le funzioni principali.
Che tasse non ricordo male questo nostro sito trovate due queste informazioni quindi riuscito a mettere potete mettere sotto backup due hypervisor o tre persone hanno un sì più sola e così vediamo adesso le funzioni principali di Explorer possiamo fare ovviamente backup and Restore
Diamo ora uno sguardo alle funzionalità offerte dalla versione Entrerprise di VM Explorer:
L’instant VM recovery funziona sia con ESX che con ESXi ed è supportato il Local Backup (ossia il backup fatto sulla console); analogo è il discorso per il supporto per vMotion su IVMR, ossia funziona con ESX/ESXi e prevede il Local Backup.
Quindi se non fate i backup sulla console non potete utilizzare Instant VM Recovery e il supporto per il vMotion Instant VM Ware.
La versione Enterprise di VM Explorer si installa solamente su Microsoft Windows e richiede Microsoft .NET Framework 4.6.2.
Ora è opportuna una piccola precisazione riguardante l’interfaccia multiutente: in essa esistono dei gruppi predefiniti con delle permission predefinite, quindi non potete ad esempio stabilire che un certo utente gestisca una determinata VM, ma l’impostazione è gruppo per gruppo, quindi non individuale. I gruppi sono sola lettura, lettura scrittura di tutto l'ambiente e solo esecuzione dei task, solo verifica dei backup, solo esecuzione di backup, tuttavia le operazioni non si possono eseguire selettivamente, bensì su tutte le macchine associate.
Quindi con VM Explorer non è pensabile eseguire il backup tramite VPN da remoto dalla vostra console centralizzata che avete presso di voi, perché funziona benissimo ed il traffico in console dell’hypervisor, se fate i backup localmente su uno storage locale del cliente, è basso (non è altro che quello per monitorare il processo) perché si tratta di far viaggiare pochi kilobyte, ma il problema è che tutti vedono quello che si fa sulle macchine degli altri.
Ricordiamo che il backup può essere eseguito sia su uno storage direttamente connesso all’hypervisor (ESX) in iSCSI (Internet SCSI) o in NFS (Network File System) oppure direttamente sulla console; in quest’ultimo caso si può avere un backup compresso (genera un file .zip) non è in thin disk (ovviamente la console è Windows) quindi anche se lo storage collegato è NFS non lo gestisce come tale, quindi se avete una VM da 500 GB ma usate solo 100 GB, il backup sarà di 500 GB interi, però potete fare il backup incrementale per ridurre il tempo. Questo backup incrementale non è possibile con lo storage collegato direttamente all’hypervisor.
Però con il backup da console non è possibile l’Instant VM Recovery (IVMR): in pratica l’IVMR significa che dall’interfaccia il prodotto crea un server NFS che aggancia all’hypervisor (quindi dobbiamo fare il mount del server NFS di VM Explorer) dopo di che lancia il comando di recovery e il prodotto utilizza la console come storage per il backup, con tutte le implicazioni del caso perché le prestazioni dipendono da quelle della macchina che fa da console.
Passiamo adesso all’installazione del prodotto, la quale richiede il download del file corrispondente dal sito web www.microfocus.com/en-us, ovvero dalla pagina web www.trilead.com/download. Qui dovete spuntare le due caselle e poi fare clic sul pulsante download now (immagine seguente).
Ricordate che per poter scaricare il prodotto, anche solo una trial, è necessario registrarsi al sito.
Una volta scaricato il file, fatevi doppio clic per avviare l’installazione, giacché si tratta di un file eseguibile (.exe) quindi scegliete il percorso di destinazione.
Nella finestra iniziale cliccate su I agree per accettare le condizioni di licenza e procedete, allorché inizierà l’installazione delle dipendenze e di tutto il resto che occorre al programma, evidenziata dall’indicatore di progresso (immagine seguente).
Ad un certo appare la schermata di benvenuto, nella quale cliccare su Avanti (Next) e poi definire, dall’apposita finestra di dialogo che appare, il percorso di destinazione, confermare e passare alla finestra proposta dall’immagine seguente.
Qui siamo pronti per installare il pacchetto su PC e quindi clicchiamo su Install per procedere.
Una volta completato il processo bisogna configurare il server web per poter gestire VM Explorer. Non c’è più bisogno di rimanere collegati sulla macchina dove il prodotto è installato, ovvero alla console, perché se la macchina è raggiungibile dalla rete si potrà gestire il tutto da remoto.
Dunque, terminata l’installazione avviamo (Launch now) il prodotto e ci troviamo di fronte alla schermata seguente.
Qui bisogna effettuare le connessioni di rete a iniziare dall’indirizzo IP o nome host della macchina dove abbiamo installato VM Explorer, nonché la porta di ascolto (Listening Port:); se richiesto, spuntiamo Open Windows firewall e poi scriviamo la password di amministrazione, confermandola nelle apposite caselle e fatto ciò clicchiamo su Start and Save (immagine seguente).
A questo punto abbiamo salvato la configurazione e avviamo VM Explorer. All’avvio viene aperta l’interfaccia in una pagina web del browser (immagine seguente) dove possiamo selezionare la lingua ecc.
Fatto ciò possiamo puntare all’indirizzo della macchina dal PC e ci connettiamo in remoto, ossia su desktop remoto, ad essa, quindi dalla relativa pagina del browser proseguiamo. Dall’interfaccia eseguiamo la login, immettendo nome utente e password.
Ora si apre la finestra di lavoro e se stiamo avviando una versione trial ci viene segnalato, proponendoci, nel caso, l’installazione di una licenza e la scadenza della trial stessa. Facendo clic sul link verde Attiva nuova licenza possiamo attivare una licenza in nostro possesso (immagine seguente).
L’attivazione della nuova licenza prevede la generazione di una chiave che verrà aperta in blocco Note o altro text editor, andrà copiata e incollata nell’apposito riquadro proposto dalla procedura. Fatto ciò si arriva all’attivazione, nella finestra di dialogo proposta nell’immagine seguente.
Cliccando sul pulsante Chiudi la licenza viene attivata e si può tornare alla schermata principale del prodotto.
Qui troviamo, nella zona di sinistra, una barra degli strumenti sotto Impostazioni, la cui prima finestra è Generale e riporta informazioni e impostazioni generali del prodotto; la schermata corrispondente è visibile nell’immagine seguente.
Molto interessante è la finestra Esporta/Importa file di configurazione, che consente di importare da una macchina virtuale la configurazione per poi copiarla su un’altra, ad esempio per farne un clone o una nuova installazione in caso di guasto delle unità di storage sul server corrispondente. Una volta importata la configurazione, la si può esportare nella macchina target. Nella finestra (immagine seguente) abbiamo i comandi corrispondenti, che sono Esporta configurazione e Importa configurazione.
Molto interessante è la finestra Esporta/Importa file di configurazione, che consente di importare da una macchina virtuale la configurazione per poi copiarla su un’altra, ad esempio per farne un clone o una nuova installazione in caso di guasto delle unità di storage sul server corrispondente. Una volta importata la configurazione, la si può esportare nella macchina target. Nella finestra (immagine seguente) abbiamo i comandi corrispondenti, che sono Esporta configurazione e Importa configurazione.
Impartendoli, si apre una finestra di dialogo nella quale selezionare l’origine, ovvero con Esporta si apre la finestra di selezione del percorso dove si trova il file da esportare e con Importa quella che permette di selezionare la macchina virtuale attraverso il percorso di rete che permette di raggiungerla.
Notate che se esportate la configurazione e poi la importate,non trovate più l’elenco dei backup che avete fatto, cioè il prodotto non ripopola l’elenco dei backup; il problema è comunque risolvibile perché in ogni storage, se lo sfogliate, c'è un file dentro ogni backup che si chiama VM Explorer.XML, quindi selezionate quello e il backup viene riagganciato.
Passiamo alla schermata accessibile con il comando Unità di rete, che serve nel momento in cui usate la console di VM Explorer per eseguire un backup e lo fate su un disco di rete, quindi l’unità a disco dovrete averla mappata in Windows poi lo dovete caricare da questa schermata, perché se avviate e loggate o fate log-off della macchina, Windows perde la mappatura e sarebbe impossibile effettuare i backup. La schermata è mostrata nell’immagine seguente.
Passiamo alla schermata Impostazioni e-mail predefinite, dove si devono impostare i parametri di posta elettronica per le notifiche eventualmente attivate nel prodotto e i report del backup, se impostati (immagine seguente).
Qui possiamo anche impostare particolari parametri del server di posta SMTP, come ad esempio l’autenticazione e l’SSL. Notate che è possibile, cliccando sul pulsante Test in basso a destra nella finestra, far inviare una messaggio di posta elettronica per verificare se tutto è stato impostato correttamente. Completato l’invio, con Chiudi chiudete la finestra del messaggio di test e salvate le impostazioni.
La voce successiva di menu è API Reporting, che serve se intendete utilizzare delle API per l’invio dei report di VM Explorer (attiva solo sulla versione Enterprise).
Servizio di ripristino immediato (Instant Recovery Service) dà accesso alla rispettiva schermata che corrisponde all’IVMR, ossia all’Instant VM Recovery: nella finestra si effettuano le impostazioni del caso, tra cui le porte e il percorso di montaggio temporaneo della macchina in recovery che verrà utilizzato per montare il RAMdisk eccetera (immagine seguente).
Notate che è predefinito il disco C, ma potete scegliere qualsiasi unità di memoria di massa disponibile, rammentando che è necessario scegliere un’unità disco che abbia abbastanza spazio, altrimenti non sarà possibile avviare la macchina virtuale.
La voce di menu Impostazioni di recupero password è molto utile perché consente di definire come recuperare una password perduta o scordata: qui si possono impostare le modalità di recupero previste.
Molto importante e utile è la schermata Registri eventi, che fornisce un log cronologico di tutti gli eventi verificatisi, ovvero backup e restore ma anche eventi di configurazione di VM Explorer, distinti per origine, indirizzo IP corrispondente, relativo utente e in generale tutto quanto viene fatto dalla console. (immagine seguente).
Altra funzione utilissima è quella accessibile da Supporto, dove in caso di problemi potete contattare il supporto tecnico ed eventualmente inviare dei report di debug che potete generare al momento, relativamente a problemi verificatisi (immagine seguente). Potete allegare file .zip da inviare ad HP con dentro tutti i vari log degli hypervisor (ESX).
Passiamo adesso alla configurazione dei server e all’esecuzione delle varie operazioni, che vengono rese agevoli dal pannello di controllo del prodotto, altrimenti detto Dashboard e mostrato nell’immagine che segue.
Qui vedete i principali comandi (Aggiungi nuovo server, Esegui backup, Replica macchina virtuale e Ripristina macchina virtuale) ed un riquadro di statistiche dove vengono riportate le informazioni sui processi eseguiti.
Se scegliamo Aggiungi server, cliccandovi sopra appare la finestra di dialogo proposta dall’immagine seguente, nella quale abbiamo una serie di icone corrispondenti al tipo di VM desiderato, distinto per tipo: VMware, Microsoft, unix ecc.
Una volta scelto il tipo, appare la relativa finestra di dialogo che è del tipo di quella mostrata nell’immagine seguente, sebbene quest’ultima sia, nello specifico, riferita a un vCenter; con gli altri tipi potrebbe cambiare qualcosa.
Si impostano quindi tutti i parametri del caso, avanzando di volta in volta con Successivo e concludendo, all’ultima finestra, con Fine.
Completata la procedura, nella parte di sinistra dello schermo vedremo tutti gli host all’interno del server vCenter che abbiamo creato e dovremo andare ad eseguire la relativa configurazione; cliccando con il pulsante destro del mouse su ciascuno possiamo vederne le impostazioni (immagine seguente).
Vediamo dunque come configurare gli host: allo scopo, si deve cliccare con il pulsante destro del mouse sul nome di quello interessato (che viene quindi evidenziato in verde) e, dal menu contestuale, fare clic sul comando Modifica server... (immagine seguente).
Accediamo così alla schermata di Modifica Server (immagine seguente) composta da tante sezioni, ognuna delle quali è accessibile dalla voce di menu (il menu di sinistra) corrispondente
Possiamo editare nome e posizione del server, dati di accesso, di root SSH perché come vedete si deve collegare, quindi dobbiamo mettere la spunta su Utilizza SSH perché il prodotto deployerà un proprio agent; diversamente non riuscirà a fare backup, connessione di rete e rimuovere i vecchi backup, quindi poi farà un SCP dalla console con la conseguenza che rallenterà poi tutto il discorso dei backup. La schermata seguente mostra le impostazioni dell’agente di VM Explorer (Agente HPE).
Notate che state utilizzando una versione di VMware a pagamento, è possibile andare ad abilitare, nella finestra relativa al comando impostazioni avanzate, l’utilizzo dei VD Service (immagine seguente), utilissimi per fare repliche e backup incrementali ecc. Invece se utilizzate una versione free di ESX e abilitate la funzione, vi verrà segnalato l’errore.
Quindi il prodotto richiederà di installare il kit di sviluppo relativo ai dischi virtuali (VDDK) il cui download è gratuito.
La procedura d’installazione è guidata da un’apposita finestra di dialogo, quindi allo scopo venite ridiretti al sito web di VMware per il download, salvate il file compresso, quindi tornate a tale finestra e al passo 2 cliccate sul pulsante Sfoglia per indicare al programma dove cercare il file compresso appena scaricato, dopodiché procedete cliccando su Inizializza VD service e VM Explorer installa il pacchetto.
L’installazione, una volta fatta sulla console vale per tutte le altre macchine virtuali che voleste configurare, nel senso che da ora in poi nella finestra Impostazioni avanzate basterà spuntare il flag Abilita automaticamente VD service…… senza dover nuovamente avviare la procedura appena descritta. L’unico caso in cui può rendersi necessario rifare l’installazione e quando installate nuove versioni di VMware, che possono richiedere nuove versioni di VDDK.
Per attivare i backup incrementali su ESXi, è necessario ESXi 4.0 o una versione successiva. è inoltre necessario assicurarsi che l’hardware virtuale nella VM sia aggiornato alla versione 7 o successiva. Inoltre, VMExplorer deve essere inizializzato per usare il Virtual Disk Library Service (VD Service) ed è necessario abilitare il Servizio VD in VMExplorer per ogni host.
È possibile configurare le impostazioni del servizio VD quando si aggiunge un host ESXi. Dopo aver inizializzato la libreria VDDK, è necessario abilitare il servizio VD per ogni host ESXi che si sta aggiungendo o per modificare ogni host ESXi aggiunto in precedenza. Per attivare il servizio VD:
Ripetere questa procedura per tutti gli altri host ESXi interessati.
Una volta completata la configurazione o la modifica di una macchina virtuale, cliccando nel menu a sinistra su Connessioni di test si avvia una serie di verifiche, alla fine delle quali il prodotto fornisce un report come quello mostrato nell’immagine seguente, dove tutte le icone verdi vanno a indicare che sono stati superati i test.
Le verifiche riguardano il corretto funzionamento delle impostazioni e dei servizi installati, come ad esempio l’SSH, il Management Service ESX, i VD Service.
Infine, cliccando sulla voce di menu Riepilogo apriamo l’omonima finestra nella quale ci viene riassunta la configurazione della macchina, che a questo punto possiamo ritenere conclusa.
Passiamo adesso all’utilizzo in backup, con alcune premesse riguardanti le modalità di esecuzione del backup della macchina virtuale: se facciamo un backup su storage connessi agli hypervisor (consigliabile iSCSI perché non soffre dei rallentamenti caratteristici dell’NFS e perché l’iSCSI è formattabile VMFS, ossia col file system proprietario VM Explorer) possiamo eseguire un backup in thin disk, vale a dire della sola parte di storage effettivamente utilizzata, con evidente risparmio di tempo. Infatti il provisioning delle unità disco in modalità thin fa in modo che la macchina virtuale utilizzi solo la parte di unità di storage che gli occorre e se è il caso la accresce, riservandosela, in maniera dinamica, così da non occupare spazio inutilmente.
Per quanto riguarda i comandi, sono abbastanza canonici, in fatti per l’esecuzione del backup VM Explorer invia a VMware un’istruzione con la quale ordina l’esecuzione di uno snapshot (un’istantanea dello storage e quindi un backup) quindi il backup viene eseguito materialmente dalla macchina virtuale in remoto e gestito da VM Explorer.
Dopodiché si collega come se fosse un utente a collegarsi in SSH, impartisce il comando di clonare il disco in thindisk e specifica dove clonarlo.
Quindi in realtà va a utilizzare comandi proprietari di VMware, si connette e lancia VMKFtools, dove specifica il disco di origine, quello di destinazione ed il formato thin disk, quindi fa direttamente il clone del disco.
Possiamo anche, in casi particolari, se avete due hypervisor, fare un backup di una VM sull’hypervisor dell’altra: in questo caso viene eseguita prima la copia dell’intero storage e poi sarà convertita in thin disk, perciò inizialmente si copia l’intero storage e poi sul disco di destinazione (che inizialmente dovrà disporre di tutto lo spazio) verrà convertito il backup in thin disk utilizzando solo lo spazio richiesto.
In breve, se la VM di cui fare il backup ha uno storage riservato di 500 GB, tale dovrà essere lo spazio su disco nella macchina di destinazione, anche se, per esempio, ne sono utilizzati solo 100; una volta fatta la copia, il backup viene convertito in thin disk e lo spazio occupato diverrà 100 GB.
Di ciò va tenuto presente.
Vediamo ora come eseguire il backup di uno o più macchine virtuali: di seguito trovate la procedura in VMExplorer.
Potete anche creare un'attività per eseguire automaticamente il backup di una delle VM dalla finestra Attività pianificate; allo scopo:
Per eseguire il backup di una singola macchina virtuale, nella finestra Backup Macchina Virtuale, dovete eseguire le impostazioni specifiche.
Al termine, fare clic su OK per avviare il backup. VM Explorer creerà uno snapshot della macchina virtuale e, quando il backup sarà terminato, eliminerà l'istantanea sull’ESXi o sul server Hyper-V.
Se selezionate “Se esiste la directory di destinazione, sovrascrivere i file esistenti nella directory di destinazione” sarà solo sovrascritto il backup esistente dopo che il nuovo backup avrà avuto successo. In questo modo è possibile mantenere sempre una copia di backup di lavoro.
È anche possibile eliminare il backup esistente prima di avviare il nuovo backup selezionando la casella “Elimina Backup esistente nella directory di destinazione prima dell'avvio del backup”.
In questa fase, è possibile eseguire anche un backup incrementale.
Dalla finestra Backup macchina virtuale è possibile eseguire tutte le operazioni attinenti alla VM dalla quale è stato impartito il comando per aprirla; ad esempio configurare le unità disco (immagine seguente).
Nella scheda Files & Dischi, scegliere quali dischi virtuali si desiderano includere nel backup. Se nella scheda Snapshot l’opzione “Includere dump della memoria della macchina virtuale” è spuntata, dovete selezionare tutti i dischi virtuali, altrimenti non sarà possibile ripristinare la memoria dello snapshot. Seleziona la casella “Dopo il backup su disco convertire il più leggero” per convertire tutti i dischi nel backup in formato leggero. Questa opzione è disponibile solo se:
Dalla scheda Snapshot (immagine seguente) potete invece eseguire le impostazioni degli snapshot, che sono i backup eseguiti sulla situazione istantanea al momento dell’avvio e che non richiedono l’arresto dell’attività della VM. Nella scheda potete scegliere le opzioni di seguito elencate (quelle raccomandate sono già selezionate per impostazione predefinita).
Per Hyper-V esiste anche la scheda VSS Snapshot, dove configurare le opzioni VSS, che garantisce la coerenza del backup. Non usando il VSS il backup è più veloce, ma non garantisce la coerenza dei dati di backup.
Nella scheda Connessione, proposta dall’immagine seguente, si possono esercitare le singole opzioni di connettività di backup della VM.
Nella scheda Avanzate è possibile arrestare o riattivare la macchina virtuale guest prima di iniziare il backup se VMware Tools o Hyper-V Integration Services sono installati sulla macchina virtuale guest (immagine seguente).
Se si sceglie di chiudere la macchina virtuale guest verso il basso, è anche possibile configurare se e quando riavviarlo (una volta dell'avvio del backup, una volta che il backup è terminato o mai per riavviare la macchina virtuale guest) e l'intervallo di errore di arresto del timeout.
Se l'ospite VM (fonte) è sospeso, è possibile impostare il successivo stato di sospensione (una volta che il backup inizia, una volta che il backup è terminato o non sospendere l'ospite VM di nuovo), nonché l'intervallo di errore Sospendi timeout..
Nella scheda Verifica backup è possibile configurare quando eseguire la verifica della coerenza del file System dopo che il backup è stato completato e se verificare o meno il backup utilizzando il sistema di test di backup istantaneo di VM Explorer.
Se nella finestra Aggiungi operazione Element avete scelto Multi VM, andate nella finestra Backup Macchina Virtuale e qui impostate la destinazione dei backup, l’host di cui eseguire il backup, il numero di backup da conservare ecc. quindi confermate con OK.
La differenza con il backup singolo di una VM è che, in questo caso, è possibile selezionare più di una macchina virtuale facendo clic su Seleziona le macchine virtuali. È possibile modificare le priorità di backup delle macchine selezionandole e utilizzando i pulsanti Up e Down (immagine seguente).
Il campo Directory deve contenere il tag {VM}. Questo tag non viene utilizzato nel caso di un backup StoreOnce Catalyst.
Inoltre, siccome le impostazioni vengono condivise tra tutte le VM previste nella prova, non è possibile selezionare i file e dischi per il backup per ogni singola macchina virtuale nella scheda Files & Dischi: tutto il contenuto delle macchine virtuali verrà sottoposto a backup.
Vediamo adesso l’esecuzione del backup incrementale, che trasferisce solo i file modificati al backup successivo, non l'intera macchina virtuale. Si noti che non è possibile eseguire un backup incrementale degli snapshot della VM, ma durante il processo di ripristino è possibile scegliere quale versione di backup (data di backup) che si desidera ripristinare. Non ci sono restrizioni per l'esecuzione di backup incrementali su Hyper-V, ma è necessario tener conto di alcuni requisiti per l'esecuzione del backup incrementale sul server ESXi.
Dopo aver configurato tutte le impostazioni, nella finestra Backup Macchina Virtuale, (immagine seguente) bisogna selezionare Backup incrementale (Incremental backup): la cartella di destinazione deve essere vuota o deve contenere un Backup incrementale della specifica VM. Tutte le altre procedure sono le stesse che per il backup predefinito.
VMExplorer crea inizialmente un backup completo del VM e poi creerà backup incrementali, che contengono solo i dati modificati.
La funzione Instant VM Recovery è disponibile solo per i backup di macchine virtuali VMware ESXi salvate localmente o su storage cloud supportati. Utilizzando il ripristino istantaneo di VM è possibile accendere un backup direttamente su un server selezionato senza bisogno di ripristinare o copiare qualsiasi file. La procedura riguardante il caso di un computer locale è la seguente.
Durante il recupero istantaneo è possibile eseguire qualsiasi test, perché nessuno dei cambiamenti verrà salvato. È inoltre possibile rimuovere schede di rete per evitare conflitti con la VM originale (opzione predefinita). Mentre l’Instant VM è installato e funzionante, si può anche eseguire un’operazione vMotion per migrarla in un archivio dati esistente, trasformandola in una vera e propria VM non dipendente dal sistema di recupero istantaneo di VM Explorer.
Vediamo invece la procedura per eseguire il ripristino istantaneo di una VM da backup disponibili su cloud.
Verrà avviata un’operazione di trasferimento dati ottimizzata e nella lista attività in esecuzione sarà possibile controllare lo stato di avanzamento. Una volta completata l'operazione, una notifica vi informerà che Instant VM è pronto per vMotion.
VM Explorer implementa le ottimizzazioni per migliorare le prestazioni di un ripristino istantaneo di una VM di un backup del cloud, tuttavia malgrado le ottimizzazioni la procedura è generalmente più lenta di quella di un backup locale. La velocità del processo dipenderà della larghezza di banda della rete e dal carico di lavoro del server della vostra infrastruttura.
Passiamo al ripristino, con VM Explorer, del backup di una VM, premettendo che l’interfaccia utente può variare a seconda del tipo di backup che andiamo a ripristinare.
Per ripristinare un backup in VM Explorer, nelle versioni Professional ed Enterprise, è necessario andare in Gestione> Explorer Backup.
Fare clic con il pulsante destro del mouse sul backup da ripristinare e scegliere Ripristina dal meu contestuale. Nelle tabelle seguenti è visibile la compatibilità degli hypervisor supportati che è possibile utilizzare per ripristinare un backup incrementale precedente di una VM:
Hypervisor |
ESXi free |
ESXi licensed |
ESXi free |
✓ |
✓ |
ESXi licensed |
- |
✓ |
Hypervisor |
Hyper-V 2008 R2/2012 R2/2012 |
Hyper-V 2016 with Microsoft CBT |
Hyper-V 2016 with VMX Agent |
Hyper-V 2008 R2/2012 R2/2012 |
✓ |
✓ |
✓ |
Hyper-V 2016 with Microsoft CBT |
|
✓ |
✓ |
Hyper-V 2016 with VMX Agent |
✓ |
✓ |
✓ |
Per ripristinare un backup in VMExplorer Free Edition o per ripristinare qualsiasi backup non elencato in Explorer Backup:
Quando si ripristina un backup incrementale, è possibile scegliere una data/versione di backup effettuata in precedenza. Le altre procedure sono identiche a ripristini di backup regolare.
Durante il ripristino di un backup criptato, assicuratevi di conoscere la password.
Per ripristinare un backup criptato:
Viene visualizzata la finestra di dialogo standard di ripristino.
Quando si utilizza instant VM Recovery e ripristino a livello di file, VMExplorer chiede di immettere la password per procedere con l'operazione.
Dalla solita Gestione>File Explorer (Esplora file) si può sfogliare un file immagine del disco e recuperare i singoli file che contiene: basta selezionare un file immagine e fare doppio clic su di esso per navigare per visualizzare tutti i file e le directory. Per recuperare un singolo file o una directory intera, fare clic sul file con il pulsante destro del mouse e selezionare Scaricare, quindi scegliere la destinazione. È possibile sfogliare tutte le unità virtuali dei backup non-compressi.
VM Explorer supporta i seguenti file-system:
Se la partizione EXT nel disco immagine selezionato non è coerente al 100%, si riceverà una notifica, tuttavia, è possibile continuare a navigare nell’immagine del disco.