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Acronis Cloud Backup

Acronis è un’azienda specializzata in Data Protection e tool per il backup e recentemente ha proposto Acronis Cloud Backup, una soluzione ibrida di backup in Cloud sviluppata e proposta sotto forma di servizio e in particolare come BaaS (Backup as a Service).

Il backup in cloud è l’alternativa vincente all’esecuzione in locale e in particolare Acronis Cloud Backup prevede la creazione di una copia dei file, delle applicazioni, delle macchine virtuali o dei server e da sottoporre a backup e la successiva archiviazione sicura su cloud.

In questo tutorial verrà introdotta la Acronis Hybrid Cloud Architecture con focus sul servizio Acronis Backup Cloud, analizzandone le funzionalità chiave, l’esecuzione dei backup, l’installazione degli agent, la migrazione di dati e quant’altro riguarda l’utilizzo.

Acronis Cloud Backup: caratteristiche

La tecnologia abilitante di Acronis per il backup è l’imaging a caldo del sistema, quindi la possibilità di fare in un dato momento un’immagine del sistema mentre sta lavorando, il che permette di generare un archivio di backup da cui effettuare ripristini di vario tipo: da un’immagine di un intero sistema possiamo ripristinare l’intero sistema o singoli elementi contenuti nel backup, quindi operare il ripristino granulare di singoli file, cartelle, applicazioni anche voluminose.

Il servizio offre una funzionalità molto importante che è Universal Restore, la quale è una forma di ripristino verso hardware o hypervisor diverso da quello da cui proviene il backup; quindi Acronis Backup Cloud offre la possibilità di fare immagini di sistemi fisici virtuali o cloud e di ripristinarli verso questi stessi ambienti nell’ottica del Disaster Recovery, ovvero di ripristinare un hardware su un sistema fisico, un ambiente virtuale o hypervisor di tipo differente (VMware, Hyper-V o altri hypervisor) così come verso il Cloud.

Acronis da sempre ha introdotto tecnologie innovative nell’ambito della Data Protection: Universal Restore è una di queste (nel 2003) ma andando alle ultime versioni di prodotto vi sono funzionalità come Instant Restore, Active Protection, Acronis Assign e Acronis Notary.

Acronis Hybrid Cloud Architecture

Negli ultimi anni Acronis ha operato una reingegnerizzazione dei prodotti di backup che lavoravano come tradizionalmente lavorano tutti i software, quindi da un approccio di Management locale è stata reingegnerizzata tutta la parte infrastrutturale di management e da qui è nata una console centralizzata (console web) che può essere abilitata sia localmente, sia in Cloud e che consente di gestire a vari livelli diverse tecnologie di Data Protection. Quindi offre la possibilità di utilizzare gli stessi prodotti a livello cliente, a livello service provider, a livello di vendor, così come terze parti, quindi  la possibilità di avere ruoli per cui una terza parte può partecipare alla gestione della protezione di dati di clienti, piuttosto che di partner.

L’immagine seguente propone l’architettura del Cloud ibrido Acronis.

Da essa vediamo che le soluzioni Acronis si prestano a ogni tipo di distribuzione (Deployment), ad ogni carico di lavoro (Workload), ad ogni tipo di Storage (Cloud oppure On-Premise) e supportano tutti i generi di Recovery.

Acronis prevede vari livelli di utilizzo, quindi private-cloud e livelli superiori come ad esempio farm e Cloud, dove è possibile gestire il backup dei clienti offrendo questa forma di protezione come un servizio.

La protezione si adatta a vari workload, a vari ambienti, quindi dalla stessa console è possibile gestire tutti gli ambienti di una tipica PMI, quindi ambienti Windows, ambienti virtuali come VMware, hyper-v o altri hypervisor, applicazioni come mySQL, dispositivi mobili e allo stesso tempo c’è la possibilità di avere ambienti Cloud che possono essere gestiti allo stesso modo e con lo stesso approccio degli altri.

La console offre anche il supporto a Office 365, a macchine Cloud Azure o istanze Amazon e la possibilità di archiviare backup o gli archivi di questi ambienti su varie tipologie di storage locali come dischi NAS, SUN in Cloud come Acronis Cloud Storage, piuttosto che altri tipi di Cloud storage.

La console permette il ripristino in tutte le sue forme, quindi ripristino granulare di singoli file, Mail Boxes, ma anche di interi database, di sistemi (Bare Metal Recovery); offre anche la possibilità di fare il recovery di un sistema da zero su un nuovo hardware, piuttosto che l’Istant Restore (rapido ripristino verso il virtuale del backup di una macchina virtuale).

Esiste anche la possibilità di gestire illimitate migrazioni tra vari ambienti Physical to Virtual, Virtual to Virtual, Virtual to Cloud o Cloud to Cloud.

Poi sono previste altre modalità di ripristino, la replica delle virtual machine ed anche il Cloud Disaster Recovery.

Acronis Backup Cloud

Entriamo nel vivo di Acronis Backup Cloud. La console cui si è accennato prima è un’interfaccia web che come dispositivi di input supporta anche dispositivi touch; offre inoltre la possibilità di avere vari ruoli amministratore, quindi non un singolo administrator che fa tutto, ma si possono avere a livello partner e Service Provider vari amministratori e soggetti che accedono e che vanno a gestire il servizio, cos’ comìè possibile a livello cliente.

La console permette di utilizzare varie tipologie di storage, multiple location e quindi storage locali,  storage di terze parti e anche quelli del service provider; quindi un rivenditore potrebbe configurare un proprio Storage Cloud affinché diventi lo storage per i clienti.

Funzionalità di Acronis Backup Cloud

Alcune interessanti funzionalità sono la convergenza Cloud, quindi la possibilità di avere il controllo di sistemi misti Cloud, virtuali, in locale presso cliente o dislocati geograficamente in varie location, attraverso un’unica console e quindi una gestione centralizzata.

Altra funzionalità è quella di Acronis Instant Restore, che permette di riavviare un sistema in virtuale VMware o Hyper-V da un backup di qualsiasi macchina Windows/Linux fisica o virtuale che sia, quindi dal backup si riavvia in virtuale l’intero sistema con due o tre clic e nel giro di pochi secondi.

Acronis implementa oggi su tutti i prodotti Acronis Active Protection, una funzione anti-malware inclusa in tutti gli agenti di backup. In più, Acronis supporta oltre 20 piattaforme.

C’è poi Acronis Asign, una tecnologia integrata con blockchain per verificare, tramite una firma digitale, l’autenticità degli archivi

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Un controllo completo di tutti i dati da web console, la quale consente di vedere tutti gli archivi su tutti gli storage e quindi andare a gestirli in maniera dettagliata e recuperare, in maniera molto semplice, i dati che servono.

Le funzionalità chiave per i Service Provider sono insiti nella web console, dalla quale potete gestire la creazione di un’offerta che spazia dalla modalità totalmente self-service per i clienti a quella totalmente gestita dal service provider. I punti salienti del servizio Acronis sono sei:

  1. gestione dell’utilizzo e creazione delle quote di storage;
  2. customizzazione del servizio e personalizzazione perché il servizio è white label;
  3. gestione utenti e ruoli;
  4. supporto di ogni tipo di storage;
  5. integrazione API;
  6. branding.

Nell’immagine seguente è proposta un’immagine di una console dove sono attivati, per il cliente evidenziato, più servizi di backup e Disaster Recovery.

Sul piano della sicurezza, in Acronis Backup Cloud abbiamo funzionalità di anti-ransomware incluse; inoltre tutti i canali di comunicazione sono crittografati ed è possibile fare anche l’archivio di backup cifrato fino alla codifica AES256.

Acronis offre la possibilità di gestire quote, quindi si può attivare un nuovo cliente e per esso decidere cosa proteggere: nel caso proposto dall’immagine seguente, per esempio, si tratta di un cliente la cui protezione riguarda le workstation e i dispositivi mobili e per il quale è abilitato l’uso del Cloud Storage.

Con un clic è possibile abilitare o disabilitare la protezione di uno più oggetti, quindi si può creare una propria offerta dei package standard offerti ai clienti, ovvero definire specificamente package per package per ciascun cliente (immagine seguente).

 

Gestione utenti e ruoli

La web console fornisce una dashboard centralizzata per ciascun Tenant: nell’immagine seguente vedete ciò che vi apparirà, una volta che avrete una serie di clienti attivi, al primo accesso alla vostra console di partner e di gestione; quindi una dashboard dove trovate lo status dei clienti attivi o non attivi, i log e le attività degli ultimi 7 giorni, un riepilogo del numero di macchine protette, l’utilizzo delle quote (workstation, server, Virtual machine) delle caselle di posta Office 365, dei siti web e l’uso del Cloud Storage ecc.

La gestione di Tenants, pur essendoci una Dashboard centralizzata, è assolutamente isolata e ogni Tenant (cliente) può essere gestito in maniera particolare e distinta dagli altri (funzionalità Multi-tenant). Si può replicare, all’interno di uno stesso cliente, la creazione di ulteriori unità, quindi se un certo cliente è geograficamente strutturato in una certa maniera oppure è strutturato con diverse business unit, all’interno di quello stesso cliente potete generare le varie unità, assegnando a ogni unità quote e tipologie di macchine, piuttosto che spazi di Cloud Storage.

Questo è utile perché lo stesso cliente può chiedere la reportistica relativa all’utilizzo per singola unità di business o per ufficio, quindi è esattamente il concetto dell’EsaService e di un Cloud, dove il costo è sulla base dell’utilizzo e quindi può essere necessario, per il cliente, avere l’esatto consumo di risorse per l’assegnazione dei costi per unità o per l’intera azienda.

Key features – Storage, integrazione, Branding

Il servizio offre la possibilità di usare vari tipi di storage locali per l’archiviazione dei file, quindi Server, NAS o altre risorse di storage che il cliente possa avere in casa propria così come presso un partner o un provider; la configurazione è molto semplice perché nella console ci sono già gli strumenti che trovate nella sezione Storage (immagine seguente). Dalla stessa sezione Storage è possibile scaricare un oggetto software (riquadro Add Storage a destra dell’immagine) che Acronis mette a disposizione per configurare lo storage del Service Provider come Cloud Storage per i clienti.

Tra le opzioni storage c’è quello predefinito di Acronis: nell’immagine precedente lo vedete nella prima riga dell’area centrale con YES sotto la colonna INHERITED. Nella stessa immagine (seconda riga) vedete un gateway che fa puntare il nostro account verso uno storage Azure.

Quindi avete la possibilità di personalizzare ulteriormente l’offerta utilizzando il vostro Cloud Storage o comunque lo storage Cloud che decidete voi.

Per quanto riguarda l’integrazione, Acronis può integrarsi con alcune piattaforme e in particolare abbiamo la piattaforma di Cloud Automation, così come ci sono delle API per l’integrazione con le principali piattaforme di automazione Service Provider. Sono disponibili ulteriori integrazioni per esempio per C-Panel e per Plesk (per chi gestisce, ad esempio, molti siti web); l’immagine seguente ripropone la sezione Integration del menu SETTINGS dalla quale è possibile attivare le integrazioni desiderate tra quelle contemplate da Acronis.

Veniamo all’ultima caratteristica chiave di Acronis Backup Cloud che è il Branding: è possibile personalizzare l’interfaccia del cliente accedendo alla relativa pagina dal menu, mediante il comando omonimo. Quindi nell’apposita pagina (immagine seguente) si trova un pattern dove si può scegliere tra varie colorazioni della console, caricare il proprio logo, mettere i propri dati aziendali, così come configurare l’e-mail server attraverso cui vengono inviati tutte le e-mail di notifica di backup avvenuto, sforamento della quota di storage rispetto a quanto è stato configurato da contratto e via di seguito.

Insomma, il servizio può essere personalizzato in modo che al cliente finale appaia (nella console, come nelle notifiche via e-mail) il logo del partner o Service Provider Acronis e non il logo Acronis.

Key features per i clienti

Andiamo ora a vedere quali sono le funzionalità più interessanti per i clienti finali: sicuramente la copertura di ciò che può essere messo sotto backup, gestito tutto dalla medesima console, in ambiente Microsoft (macchine Azure) Windows Server fisici, PC Windows fisici, applicativi come Exchange, SQL, Sharp Point, Active Directory, macchine virtuali hyper-v e VMware V-sphere. Su questi hypervisor l’approccio è agentless, quindi con possibilità di fare backup, replica e ripristini di virtual machine in modalità agentless, pur avendo la possibilità e la flessibilità di poter eventualmente installare un agente su virtual machine.

Perciò è possibile, per una specifica macchina, installare l’agente, ad esempio perché si ha la necessità di eseguire solo il backup di una cartella o un applicativo.

La replica è predefinita nel servizio su almeno due destinazioni (location degli storage), ossia è in un singolo piano di backup è prevista la possibilità di base di eseguire il backup sia in locale sia su un’altra destinazione di rete o in Cloud.

È possibile fare il backup delle caselle di posta per Office 365 scegliendo le tempistiche di backup, gli storage dove archiviare i backup, la durata e la modalità (per esempio mantenere i backup per per due anni facendo il backup su locale e poi copiandolo su Cloud).

È interessante anche la funzionalità Cloud to Cloud: con Office 365 normalmente ci sono due approcci:

  • con un agente che richiede una macchina Windows (questo consentirà di fare backup anche verso storage locali);
  • in modo totalmente Cloud, quindi c’è una modalità che si abilita da una delle interfacce che avete visto prima (Cloud to Cloud) che permette di effettuare il backup di caselle di posta Office 365 verso Cloud Storage.

Acronis Backup Cloud supporta anche altri ambienti Windows Server fisici e Linux, partendo dal kernel del 2.4.20, quindi praticamente tutte le distribuzioni e comunque tutte quelle più importanti (immagine seguente) come ad e3sempio Suse, RedHat ecc.

Sono supportati anche i dispositivi mobili iOS e Android e poi vari altri hypervisor, quindi Oracle x86 VM Server, RedHat virtualization, Linux KVM, Citrix; in questi casi su hypervisor l’approccio è agent, nel senso che è richiesta l’installazione dell’agente delle Virtual machine, così come su macchine Azure e istanze Amazon: si possono gestire i backup ma è necessario, dato che non c’è un controllo dell’hypervisor o comunque della piattaforma che ci sta dietro, l’agente installato nella macchina Cloud.

La crittogria dei canali e quella sull’archivio, unite alla possibilità di avere il controllo dei dati e degli archivi, nonché il fatto che il Cloud Acronis sia ospitato su server siti nell’Unione Europea, rendono il servizio conforme al GDPR.

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Acronis active protection e Cloud Web Console

Acronis Active Protection è una funzionalità anti-malware utile a combattere i cryptolocker; si può abilitare e disabilitare a piacimento ed è inclusa in tutti gli agenti, quindi abilitandola si può fare in modo che lavori maniera proattiva e reattiva: proattiva significa facendo semplicemente un monitoraggio e apprendendo dai comportamenti della macchina e dei servizi che lavorano all’interno della macchina, quindi quando si avvia un servizio sconosciuto, non trusted, far sì che questo servizio venga arrestato in automatico. In ques’ambito è possibile fare whitelisting e quindi far sì che se quel certo servizio che si avvia, per esempio, una volta o due all’anno, non venga arrestato da Active Protection perché è “trusted” e quindi va lasciato lavorare.

Il livello di protezione può essere ulteriormente potenziato, quindi l’Auto Protection (la self-protection) protegge prima di tutto l’archivio di backup e l’agente, così come può essere fortemente reattivo con l’Instant Backup e l’Instant Recovery: in questo caso, quando si è avviato un cryptolocker e questo sta crittografando dei file, Active Protection è in grado di individuare quei file che saranno crittografati e farne in automatico una copia su una cache della macchina, quindi lasciarli crittografare e ripristinarli dopo pochi secondi.

Andiamo ora alla Cloud Web Console, la quale è un’interfaccia a livello end-user proposta nell’immagine seguente; questa è la grafica base, ossia quella con i riquadri e icone una per ciascuna macchina installata, tuttavia è possibile avere la semplice vista, laddove cresca il numero delle macchine da gestire, in una forma meno consumer e più “da sistemista” quindi la lista delle macchine senza l’icona grande.

All’immagine precedente si accede con il comando di menu All devices, la quale mostra anche i vari agenti installati e tutti i device. La console web permette anche di decidere se visualizzare solo determinati tipi di macchina, quindi con il comando di menu Hyper-V vengono mostrate solo le VM sotto hypervisor Hyper-V, cliccando su VMware vengono mostrate solo le macchina Vmware, scegliendo MicrosoftSQL l’interfaccia visualizza solo le macchine con agente SQL e via di seguito.

La console cliente è molto intuitiva e dà subito tutta una serie di informazioni sullo stato degli ultimi backup delle macchine (vi si accede dal comando di menu BACKUP) e il backup di una certa macchina in particolare, altre attività (ACTIVITIES) e gli alert (ALERTS). Questa interfaccia è la stessa visualizzata dal cliente ma è la medesima che trova il Service Provider nel momento in cui clicca sul cliente e poi sul tasto Gestisci Servizio (o Manage Accounts) da remoto; essa fa entrare nell’ambiente del cliente per gestire backup e ripristini dei clienti ed altro.

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Installazione degli agent

Vediamo ora l’installazione degli agenti, per la quale basta un clic sul tasto blu Aggiungi (Add) che appare in alto nella zona di destra della console web (immagine seguente) quando è visualizzata la schermata aperta con il comando di menu All devices sotto MANAGE ACCOUNTS.

Si apre quindi un menu a icone sulla zona destra dello schermo, contenente gli agenti disponibili divisi per categoria e cliccando sull’icona desiderata potete avviare il download (immagine seguente); questo si può fare d remoto, ossia potete scaricare e fare il push dell’agente, ovvero scaricarlo localmente dal cliente.

 

Notare che laddove sia stata impostata una gestione delle quote, se è stato disabilitato il backup di alcuni sistemi, pur potendo scaricare l’agente non sarà permesso installarlo; ad esempio se per un cliente è stata disabilitata l’installazione di macchine server, non si potrà installare l’agente per fare backup di macchine server.

Migrazione dati e supporto lingue

Acronis consente molte combinazioni di ripristino e di migrazione tra vari ambienti: Physical to Virtual, Virtual to Virtual, Virtual to Cloud o Cloud to Cloud. Poi sono previste altre modalità di ripristino, dalla spedizione fisica dei dati alla replica delle virtual machine, piuttosto che il Cloud Disaster Recovery.

Ciò significa che un backup di una macchina, sia essa fisica o virtuale locale, ovvero in Cloud, non deve necessariamente essere ripristinato su una macchina di tipo uguale a quello da cui il backup è stato effettuato, ma si può migrare durante il restore.

Per esempio se si lavora con un cliente che ha prevalentemente ambienti con installazioni on-premise, quindi fisici o virtuali, è possibile migrarlo verso ambienti Cloud o macchine Data Center.

Quindi è possibile fare il backup di macchine locali e ripristinarle nel cloud continuando a lavorare con la stessa macchina, solo che invece di essere locale sarà in Cloud.

Quanto al supporto per le lingue, dalla console web è possibile cambiare la lingua della console a livello cliente e Service Provider; le lingue selezionabili sono, al momento, 18.

Ripristino di un PC tramite web console

Concludiamo questo tutorial con la simulazione del ripristino di un PC fisico a partire dall’immagine creata in precedenza attraverso il suo backup. Riepiloghiamo, prima, rapidamente come si crea l’agente e in che modo si esegue il backup.

L’agente si installa come spiegato in precedenza, ovvero si fa clic sul tasto blu Aggiungi (Add) che appare in alto nella zona di destra della console web (immagine seguente) quando è visualizzata la schermata aperta con il comando di menu All devices sotto MANAGE ACCOUNTS.

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Si apre quindi un menu a icone sulla zona destra dello schermo, contenente gli agenti disponibili divisi per categoria e cliccando sull’icona desiderata potete avviare il download (immagine seguente); per il nostro esempio scegliamo un agente Windows nella sezione Workstation, giacché si tratta di un PC comune e non di un server.

Immaginando di aver installato il nostro agente, che nell’immagine seguente (dove ne vediamo tre installati…) supponiamo sia il primo, che vedete evidenziato (corenb04) perché ci abbiamo cliccato su; notare che cliccando su un agente, appare il menu di destra che riepiloga i comandi eseguibili per esso.

Selezionata la macchina che ci interessa, per fare il backup bisogna cliccare sulla voce backup  del menu di destra e fatto ciò si apre il riquadro che vedete, al posto del menu contestuale, nell’immagine seguente, sempre a destra dello schermo.

Da qui aggiungiamo un piano di backup (cliccando sul pulsante AGGIUNGI PIANO DI BACKUP), ovvero possiamo scegliere di crearne uno nuovo oppure andare o riutilizzare quelli che in precedenza abbiamo già creato; in questo caso possiamo riutilizzare anche la macchina backup set che abbiamo inserito come Intera macchina di prova (immagine seguente).

 

Selezioniamo cosa intendiamo sottoporre a backup nel riquadro in basso a destra e per confermare clicchiamo sul pulsante azzurro APPLICA; possiamo scegliere se fare il backup dell’intera macchina, dischi/volumi, file e cartelle o lo stato del sistema. In questo caso optiamo per Intera macchina. Attivando la voce BACKUP APPLICAZIONE c’è la possibilità di fare il backup anche delle applicazioni.

A questo punto confermiamo e possiamo definire la destinazione del backup attraverso il menu proposto sempre nella zona destra dello schermo, cliccando su DOVE ESEGUIRE IL BACKUP (immagine seguente).

Fatto ciò, clicchiamo sulla voce di menu PIANIFICAZIONE e accediamo alla finestra proposta dall’immagine seguente, nella quale stabiliamo l’eventuale periodicità, i giorni della settimana e l’orario di avvio. Impostati i parametri desiderati si clicca su FINE.

 

Si torna quindi al menu e da qui si può impostare le modalità di conservazione dei backup, ossia la conservazione a tempo (per esempio 1 mese) o di un certo numero di backup (ad esempio 6, quindi arrivati al settimo si cancella il meno recente). Per default la retention è di un paio di mesi; resta inteso che più è lunga, più si occupa spazio nel Cloud.

Fatta anche questa impostazione è possibile impostare una crittografia per il backup, cliccando sul cursore accanto alla voce CRITTOGRAFIA e attivandola; a questo punto nella zona centrale dello schermo appare la finestra di impostazione in cui inserire la password di crittografia per ripristinare i backup cifrati o semplicemente vederne il contenuto dalla console prima di procedere al ripristino (immagine seguente).

Impostato anche questo, si conferma con il pulsante OK e si torna al menu, dal quale con un clic sul pulsante CREA si salva il piano di backup. A questo punto si torna alla finestra con l’elenco degli agenti, si clicca sul solito già visto e con un clic sul pulsante Backup posto nel menu a destra si lancia quindi il backup.

L’esito può essere consultato in due modi: accedendo ad ATTIVITÁ dalla console web, allorché appare qualcosa di simile a quanto mostrato nell’immagine seguente, oppure a DISPOSITIVI, selezionando, in questo secondo caso, l’agente desiderato: lo stato sarà visualizzato nella solita zona destra della schermata.

Comunque quello che ora ci interessa è il ripristino del backup, quindi possiamo andare a sfogliare i backup dentro la selezione ottenuta cliccando sulla voce di menu BACKUP (menu a sinistra). Quindi da qui possiamo selezionare il backup (in questo caso su Cloud storage) e vedere i vari punti di ripristino (immagine seguente).

Sono possibili due scenari: ripristino su una macchina già pronta con Windows (o altri sistemi operativi) pulita, nella quale vogliamo caricare l’immagine del sistema operativo di un altro PC, già creata con il backup in Cloud; questa opzione è utile perché con l’immagine della macchina non si perdono le licenze. Il secondo scenario è quello in cui l’hard disk della macchina è guasto, quindi dobbiamo montarne uno nuovo e qui fare il restore dell’immagine di un backup precedente, pertanto bisogna fare un’installazione da zero senza avere i CD di installazione.

Vediamo il ripristino nel primo scenario, ossia da un’immagine creata con Acronis Cloud Backup su una macchina pulita: possiamo lanciare il ripristino direttamente dalla console, quindi selezioniamo la macchina che ci interessa, clicchiamo su RIPRISTINO nel riquadro che appare a destra e possiamo selezionare, con il pulsante SELEZIONA MACCHINA, il computer destinazione (immagine seguente).

Notare che possiamo selezionare le macchine appartenenti allo stesso account; il ripristino è possibile senza accedere al client, purché il client abbia già installato l’agente. Quindi selezioniamo la macchina target e clicchiamo su OK. A questo punto nella zona a destra della schermata ci appare l’elenco dei punti di ripristino (immagine seguente) i quali sono quelli relativi ai precedenti backup, laddove ne esistano. Si può quindi scegliere, cliccandovi sopra, quello desiderato.

Scelto il punto di ripristino, clicchiamo sul pulsante azzurro RIPRISTINA... e nel menu a tendina che appare scegliamo cosa ripristinare (intera macchina oppure ripristinare solo alcuni file o cartelle); a questo punto la console chiederà dove avverrà il ripristino (immagine seguente) quindi selezioniamo la destinazione, che nel caso dell’esempio è il computer di origine (quindi si ripristina sulla stessa macchina) e avviamo ripristino.

Durante l’avanzamento del restore, la zona a destra dello schermo mostra lo stato (immagine seguente) che sarà in progressione fino a ripristino completato.

Questo procedimento è molto utile per ripristinare un sistema corrotto o magari quando si prende un virus cryptolocker o altro ed è una soluzione molto veloce per ripristinare un sistema corrotto in poco tempo.

Vediamo ora il secondo scenario, dove abbiamo un PC al quale si è guastato il l’hard disk e quindi dobbiamo fare un installazione da zero senza magari avere alcun CD di ripristino: il primo step da fare è selezionare la macchina come fatto prima (ossia cliccare sull’agent sotto DISPOSITIVI e, nella finestra che si apre a destra dello schermo, cliccare sulla voce altri metodi di ripristino... , dopodiché ci appare l’elenco nella solita finestra e qui clicchiamo sul pulsante SCARICA IMMAGINE ISO (immagine seguente).

 

Così facendo scarichiamo l’immagine ISO che poi andremo a caricare su una chiavetta o un CD o un hard disk esterno “bootable” cosicché Acronis Cloud Backup crea dal backup un’immagine ISO e da questa l’immagine installabile del sistema. Una volta fatto il tutto possiamo collegare l’hard disk al PC inserire la chiavetta in una presa USB (verificando che il Setup della macchina contempli il boot da device USB) e il computer partirà con la schermata di Acronis, la quale è una sorta di console di gestione dove selezionare da dove riprendere l’immagine che avevamo fatto, quindi se il PC è in rete e abbiamo fatto il backup su un HD esterno, da lì si può selezionare il metodo di restore. Se partiamo dall’immagine in Cloud c’è la possibilità di collegarsi con le credenziali create per l’utente (ad esempio e-mail e password) e verranno visualizzati tutti i backup delle varie macchine e qui si selezionerà il backup da ripristinare direttamente da Cloud, senza bisogno di supporti fisici come CD e via di seguito.

Una volta completata l’operazione il PC si riavvia tramite la chiavetta esterna, quindi parte la console di gestione per quanto riguarda il ripristino e in essa ci viene richiesto di configurare e di gestire la nostra macchina localmente, cioè andiamo a selezionare il recupero, allorché ci viene chiesto cosa vogliamo recuperare, quindi andiamo ad aprire la nostra finestra e troveremo diverse selezioni: se andare a prendere una cartella di rete o locale o in Cloud. In questo esempio abbiamo la cartella di tutti i backup in Cloud, quindi selezioniamo il nostro storage, facciamo il login con le credenziali e quando abbiamo avuto l’accesso alla cartella in Cloud vi troveremo i nostri PC; andiamo a selezionare quello desiderato e procediamo col recuperare ciò che desideriamo, ovvero i volumi, le partizioni, i file, oppure tutta la macchina (in quest’ultimo caso andiamo a selezionare i dischi) e una volta caricato, lanciamo il restore. Fatto questo, la macchina si riavvia e il sistema sarà completamente funzionante e operativo al 100%.