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23/04/14 CoreTech,CoreTech Blog
Il futuro di Control
In occasione dell’incontro che si è tenuto presso la sede di Coretech abbiamo intervistato il project manager Roman Jokl, per scambiare quattro chiacchiere con lui sul presente e futuro di Kerio® Control, di cui sta per essere rilasciata la versione 8.3.
Se volessi descrivere con una sola parola Kerio® Control, quale termine utilizzeresti? C’è qualcosa che pensi sia più importante comunicare a chi non conosce questo prodotto e vuole scoprirlo?
termine che utilizzerei per descrivere Control è “semplicità”. A mio parere il vero punto di forza di questo software è infatti la facilità d’uso, d’installazione e di configurazione. Ed è particolarmente significativo che si parli di semplicità per un pacchetto così sofisticato e complesso come un firewall che deve proteggere la rete aziendale. A nostro parere la complessità è infatti nemica della sicurezza: quando devo configurare un firewall se non capisco perfettamente quello che sto facendo rischio di mettere a rischio i dati aziendali. Una regola mal impostata infatti potrebbe facilmente aprire la strada a un attaccante esterno. La complessità poi rende la vita più difficile agli installatori, che devono perdere più tempo prima nella formazione e poi nella configurazione e verifica dei parametri impostati. Per questo riteniamo che il nostro approccio sia quello giusto, soprattutto per il settore a cui ci rivolgiamo, quello della piccola e media impresa.
Durante l’incontro descrivendo le principali funzioni che state valutando per il futuro di Control hai citato varie tecnologie. Quali ritieni che sarà la più importante e necessaria?
Senza dubbio l’IPv6. Di fatto è il futuro non solo di Control, ma anche di Internet ed è una sfida davanti a cui non si può pensare di restare indietro.
Quando pensi che sarà pronto il supporto a IPv6?
Penso che verrà completato entro 2 o 3 anni al massimo. Stiamo procedendo per piccoli passi poiché abbiamo molto codice da convertire e rendere Control compatibile al 100% con tutte le novità introdotte dal protocollo non è semplice. Chi vuole restare aggiornato sullo sviluppo può sfogliare il changelog per seguire “in diretta” il cammino che stiamo percorrendo. Ad ogni build viene aggiunto qualche piccolo tassello che va a completare il mosaico…
Nella discussione con rivenditori e installatori ho visto che c’era molto interesse anche per le funzionalità di clustering. Quando pensi che potrebbero essere disponibili?
È una funzione utile che penso arriverà nello stesso arco di tempo dell’IPv6. Stiamo raccogliendo molte informazioni con gli installatori per capire come assegnare le priorità: alcune funzioni che a noi possono sembrare accessorie vengono magari ritenute al contrario importanti. Gli incontri come quello di oggi organizzato da Coretech sono fondamentali per percepire le sensazioni e i pareri di chi affronta i problemi sul campo.
Per quanto riguarda le Vpn, avete in cantiere il supporto ad altre tecnologie, ad esempio OpenVPN?
No, non riteniamo che l’aggiunta di una nuova tecnologia Vpn sia importante. Con quelle attuali riusciamo a rispondere alle esigenze di collegamento sia dei clienti che usano computer o notebook tradizionali, sia di quelli che utilizzano altri dispositivi, come cellulari o tablet. Aggiungere una nuova tecnologia porterebbe solo maggiori complicazioni e noi vogliamo mantenere la semplicità, perlomeno ove possibile. Con Control anche la configurazione di un protocollo complesso come IPSEC è semplice e immediata.
Siete contenti della posizione dell’Italia a livello internazionale? Il nostro mercato è per voi importante?
Il mercato italiano è molto importante, per noi è il quinto al mondo e ci porta circa 1 miliardo di dollari di ricavi. Sono cifre importanti che ci spingono a investire ancora di più sull’Italia.
Del resto voi vi rivolgete alla piccola e media impresa e l’Italia è la patria delle PMI…
Sì, il nostro focus da sempre è su questo settore, SMB, Small and medium business, come dicono negli Stati Uniti. E per noi resta fondamentale focalizzarsi e concentrarsi su un mercato specifico. Un prodotto che va bene per una grossa multinazionale non può essere adatto anche a una società con 30 dipendenti. Control vanta comunque installazioni che per l’Italia possono essere considerate ben più che medie, abbiamo una cinquantina di società che hanno più di 1.000 dipendenti che lo utilizzano.
Abbiamo parlato di nuove funzionalità: c’è qualcosa che ti sembra manchi o su cui ritieni sia debole il vostro prodotto?
No, il prodotto a mio parere ha tutto ciò che serve, non mi viene in mente alcuna funzione critica che non sia già presente nella release attuale. La maggior parte delle possibili innovazioni che stiamo valutando non sono mancanze, ma nuove opportunità. Pensiamo ad esempio alle funzioni di hotspot: possono essere facilmente implementate con altri pacchetti, pur mantenendo come firewall Control. Nel momento in cui avremo anche questa funzione potremo competere anche con una nuova categoria di prodotti.
Come dicevi nella tua presentazione, alcune funzionalità di Control possono essere implementate anche con prodotti open source. Ritieni che il mondo open source sia una minaccia per voi?
No, anzi, è certamente una opportunità. Ad esempio noi utilizziamo in Control la piattaforma Linux per realizzare una appliance completa. In realtà i nostri clienti cercano un prodotto semplice e a 360°, con un eccellente supporto commerciale e tecnico. E possono trovarlo soltanto acquistando un prodotto a pagamento.
Control è disponibile sia sotto forma di appliance hardware, sia come prodotto software da installare su una macchina fisica o su un server di virtualizzazione. Quale ritieni che sarà il futuro di Control? Quale di queste piattaforme avrà a tuo parere il sopravvento?
Parlando di lungo termine sono convinto che il futuro sarà delle appliance hardware. I clienti cercano un box da installare: nel settore PMI il firewall deve rimanere una scatola che fa quello che deve e che permette a chi si trova fuori di collegarsi con facilità. Inoltre con la crescita dei numeri l’hardware può scendere anche di costo. Dunque la crescita può effettivamente essere esponenziale.