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22/07/21 CoreTech Blog
L’unione fa la forza. Si arriva al traguardo tutti insieme. Il gol arriva dalla cooperazione di ogni giocatore. In ufficio o nelle postazioni casalinghe per il lavoro da remoto, ogni attività individuale corrisponde ad altre di colleghe e colleghi, per completare un unico puzzle. Dunque, condividere un file in cloud appare come un’attività semplice, quasi banale, ma di importanza strategica. È un’azione che implica la possibilità di intervenire in qualsiasi momento su ogni processo e di fare modifiche in tempo reale, direttamente nella nuvola.
Nell’articolo mettiamo in luce i punti chiave della condivisione dei documenti nel cloud. Raccontiamo quali sono le caratteristiche delle offerte di file hosting nel mercato italiano. Infine, ci soffermiamo sulla proposta di CoreTech, la soluzione di file sharing in cloud RocketBox.
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Nelle industrie c’è il magazzino delle materie prime, nei negozi il magazzino dei prodotti. Anche per dati e informazioni è necessario un magazzino sempre accessibile. I servizi di condivisione di file nel cloud rispondono a questa esigenza che è diventata ancora più forte nell’ultimo anno e mezzo. La modernità ha inventato un mondo frammentato. E oggi è frammentato anche il lavoro. Le attività non necessariamente devono o possono essere svolte in ufficio, come accadeva fino a poco tempo fa. È indispensabile che sia possibile garantire l’operatività anche quando collaboratori e collaboratrici non sono in sede. Siti e programmi simili a Dropbox permettono di svolgere il proprio lavoro da remoto
Un servizio di file hosting, nel contesto italiano, non è solo una risorsa per far fronte a situazioni contingenti esterne all’azienda. È anche un’opportunità per migliorare la collaborazione tra le figure professionali attive nelle operazioni in cui sono articolati i processi di un’impresa. Infatti, il “magazzino virtuale” offerto dalle tecnologie del cloud computing è un luogo dove conservare qualcosa e allo stesso tempo un insieme di strumenti per agire sugli oggetti conservati. Infatti, i programmi simili a Dropbox, pensati per aziende IT, offrono un editor collaborativo che consente di intervenire con modifiche ai file e di crearne ex novo.
L’approccio tradizionale alla condivisione di file in una cartella remota è basato sul classico modello client server con un amministratore che conferisce autorizzazioni. A seconda delle impostazioni stabilite da chi amministra la rete, ciascun utente accede a determinati documenti, e non ad altri, e ha certe possibilità operative, e non altre. Ma questo tipo di organizzazione delle risorse ha delle falle. Infatti, nel momento in cui aumenta il numero degli accessi e diventa necessario creare percorsi di rete che oltrepassano il perimetro aziendale, si manifestano criticità.
La vitalità è nel movimento, anche quando si tratta di infrastrutture informatiche. Una rete legacy “non si muove”. Ma in che senso? Nel senso che non è flessibile. È fondata su macchine fisiche presenti in azienda e software on premise. Di conseguenza, le possibilità di adeguarla alle nuove, e magari improvvise, richieste del contesto sono limitate. In più, se aumenta il carico di lavoro e ci sono accessi da remoto incontrollati saltano fuori raccapriccianti incognite sul fronte della sicurezza. Potrebbe aprirsi uno squarcio indesiderato che lascia entrare malware e malintenzionati del web.
A questo inquietante stato di cose risponde l’ampia offerta di strumenti del cloud computing. Insomma, alla rete legacy e alla sua rigidità c’è una valida alternativa. Il pachiderma nella cristalleria si trasforma in un pettirosso leggiadro. Tutto merito delle reti che si appoggiano ai server nei datacenter, dove la stabilità è garantita grazie a sistemi di sicurezza e ridondanza. Un programma per condividere file nel cloud viene reso disponibile al cliente secondo un modello SaaS. Non si parla più del classico software installato in locale, ma di un software che è diventato servizio disponibile on demand.
Ci sono molti software per la condivisione di file che grazie al modello del cloud computing vengono fruiti come servizi disponibili al bisogno. Un esempio familiare quasi a chiunque è Dropbox. Si tratta di un attore di mercato che può essere annoverato sul podio dei cosiddetti “Big Player”. Come altri programmi simili, Dropbox offre un servizio di base gratuito a privati e utenti singoli, ma recentemente ha strutturato anche un’offerta per le aziende. I costi di Dropbox per gruppi di lavoro sono sui 15 euro al mese per utente con spazio di archiviazione illimitato. RocketBox di CoreTech è il file sharing italiano per MSP e VAR che permette un numero illimitato di utenti e l’impostazione dello storage necessario.
Il lavoro è diventato sempre più flessibile perché deve far fronte alle nuove istanze del contesto che marcia verso condizioni di crescente complessità. Dunque, i vincoli rigidi dello spazio sono superati grazie a soluzioni informatiche che permettono di svolgere le proprie mansioni ovunque ci si trovi. Questo è bellissimo, ma rimane il vincolo della sicurezza. Infatti, non si può rischiare che un’apertura delle attività di un’impresa a nuovi modi organizzativi diventi un punto debole da attaccare per gli hacker. Così, il file hosting italiano per la condivisione di file nel cloud RocketBox di CoreTech propone la crittografia dei dati, uno strumento per garantire sicurezza.
Condividere un file nel cloud in modo efficace e sicuro per MSP e VAR diventa efficace e sicuro con RocketBox di CoreTech. Si tratta di una soluzione white label che può essere personalizzata con logo, dominio e certificato SSL. Dunque, permette di rivendere un servizio IT ad aziende clienti. È compatibile con client Mac OSX e Windows e consente di gestire un sistema di controllo degli accessi alle cartelle. Offre uno strumento di editing collaborativo online e la condivisione dei file in due modalità diverse: pubblica e privata. In più, con RocketBox il backup è incluso.
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