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11/09/19 CoreTech Blog
"Enzo è il titolare di un’azienda di informatica che lavora da oltre 25 anni nel settore. Il core business sono i gestionali, come partner di una software house italiana. Tra le attività dell'azienda rientrano, quasi obbligatoriamente, anche le assistenze di tipo sistemistico per tutti i clienti che adottano il gestionale venduto e supportato dall'azienda di Enzo.
Il tempo passa, il mondo cambia ed Enzo vede che qualcosa nel business che lo circonda comincia a scricchiolare... ha un po' paura del cambiamento che potrebbe portare la sua azienda in una situazione di pericolo. "
Enzo, negli anni, mi ha contattato tante volte in cerca di un confronto o di un consiglio… e anche - voglio dirlo - di supporto morale.
Un giorno si alza e vuole cambiare, mi chiama, parliamo un’oretta al telefono e io lo invito all'evento più prossimo che abbiamo a calendario.
Lui ci pensa, mi dice che forse viene... e poi, puntualmente, non viene.
Gli anni passano.
Enzo legge le email CoreTech, le nostre comunicazioni, mi segue su Facebook e su Linkedin e sa, perchè lo ha capito, che io personalmente e la CoreTech lavoriamo con uno spirito diverso.
A volte mi chiedo se sia un bene o un male che gli altri ci vedano come un’azienda diversa che ha uno scopo diverso, non prettamente commerciale. Me lo chiedo perchè in alcuni casi ci profiliamo come confidenti o come amici e, tante volte, ho pensato che non fosse sempre una cosa positiva. A modo nostro abbiamo la pazza idea di dover salvare il mondo (almeno il mondo nel quale lavoriamo)... ma siamo dei pazzi.
La cosa mi ricorda di quando si era ragazzini e ci piaceva una ragazza. Capitava di diventare amici, confidenti... ma poi lei si fidanzava con altri e, puntualmente dopo qualche tempo, rimaneva delusa e tornava a piangere sulla nostra spalla, a raccontarci tutto ciò che non era andato bene, le delusioni avute etc... etc... e noi sempre lì a rincuorare e dare coraggio.
Poi un giorno avviene il "miracolo" .
Lei capisce che il ragazzo giusto sei tu e così scopre finalmente la felicità di stare con qualcuno che la capisce e con cui sta bene.
Ecco, a volte ho questa impressione con alcuni Partner. Trovano in noi il coach, il confidente, il consigliere, colui che li può tirare fuori dai problemi – anche se prima di noi, pur conoscendoci, hanno già tentato altre N-mila soluzioni.
Ma continuiamo dopo questo excursus... non siamo più ragazzini e sbagliare scelta, alla nostra età e nel mondo del business, generalmente costa molto caro.
Lo so benissimo perchè quelli come Enzo non vengono. Loro però non lo sanno, e farglielo schiettamente presente li offenderebbe. Enzo non è un ragazzino e le parole vanno misurate, ma la verità è molto semplice.
Enzo è nella Comfort Zone. A volte ha un "mal di pancia" e questo lo motiva a prendere in mano la cornetta e chiamare la CoreTech di turno, come fosse il 118. Il "dottore" risponde, dice di non preoccuparsi perché probabilmente non è qualcosa di grave ma sarebbe meglio presentarsi in studio per parlarne meglio.
Ok ok, risponde... passa qualche giorno e il mal di pancia si attenua. Quindi "Perchè andare all'appuntamento col dottore?" si chiede Enzo.
Quindi non ci va!
Le casistiche sono tante e la lista potrebbe essere molto lunga. Ma questi possono essere dei mal di pancia che fanno svegliare Enzo con lo spirito di cambiare "perchè così non va bene".
Puntualmente però poi la motivazione non è sufficiente ad avviare un vero cambiamento... perchè è comodo lasciare tutto così com'è, si fa meno fatica. Tanto alla fine le cose stanno andando avanti lo stesso.
Questa si chiama comfort zone. Quella situazione in cui alla fine tanto male non stai e se qualcosa va storto ti arrabbi al momento ma poi fai spallucce.
Eppure, se uscisse dalla comfort zone, oltre ad evitare la maggior parte di quei mal di pancia la situazione potrebbe anche prendere una direzione inaspettatamente positiva, molto meglio di quella attuale.
Ma è dura, molto dura. Perchè nella testa di Enzo ci sono mille motivazioni per le quali, purtroppo, quel giorno non riesce ad andare all'appuntamento... oltre ad essersi attenuato il mal di pancia, Enzo ha un casino di lavoro da fare, non ha tempo.
Questa è la dura verità, non ci sono altre spiegazioni.
*Se volete dirci la vostra e commentare, siamo contenti di ascoltare!
E cacchiarola, un giorno succede che il mal di pancia è in realtà un’appendicite complicata in peritonite e sono volatici per diabetici, come direbbe Lino Banfi.
In che modo si è arrivati alla peritonite?
Enzo ha perso del tutto o quasi il cliente più importante, quello che incide parecchio sul suo fatturato. E quando succede una cosa del genere, il mal di pancia non passa da un giorno all'altro. Ora Enzo si è reso conto che trascurare il mal di pancia premonitore - sintomo che qualcosa non andava bene nell'alimentazione e nello stile di vita - è diventato qualcosa di estremamente grave, che può portare alla morte della sua azienda.
Richiamando un’altra analogia che ha a che fare con le relazioni di coppia, mi ricorda appunto da osservatore a cosa succede alle coppie che si lasciano.
Lui e Lei per anni insieme, in una vita routinaria dove ci si lascia un po’ troppo andare. Lei si trucca raramente e non guarda più la linea, lui mangia come non ci fosse un domani e prende chili a dismisura. Poi un giorno accade l'irrimediabile e la coppia si rompe.
E cosa succede dopo che la coppia si rompe?
Accade spesso che, almeno uno dei due spinto dall'istinto di sopravvivenza, decida di rivedere tutto della sua vita. Lui e lei iniziano ad andare in palestra, seguono una dieta, vestono curato, partecipano alla vita mondana... insomma si rimettono in gioco mostrando un maggior amor proprio. Questa rivisitazione fa guadagnare loro anche in salute oltre che in bellezza e relazioni sociali.
La domanda provocatoria è:
ma dobbiamo sempre aspettare che il peggio accada per cambiare?
Nel business dobbiamo aspettare che ci passi sopra lo schiacciasassi per capire che così non si può andare avanti e che fare le spallucce non è la miglior strategia per il futuro?
Credo di no.
Intanto mi auguro che Enzo, quando intraprenderà il suo percorso di crescita e sviluppo, abbia continuità e non ricada nella comfort zone.
Il nome Enzo è immaginario ma la storia è vera... è l'ennesima telefonata di questa mattina che Enzo ha realmente fatto e che a questo giro, dopo quanto accaduto, ha giurato di voler cambiare perchè deve lavorare altri 15 anni.
Ma Enzo mi ha raccontato la storia che ho già sentito da Lorenzo, Giuseppe, Marco, Federico, Roberto, Giovanni, Daniele, Andrea... Cambiano i nomi, cambiano alcuni elementi, ma la sostanza no.
La trappola della Comfort Zone è lì in agguato, come una sirena che ci dice nell'orecchio che abbiamo tante cose da fare e che alla fine non stiamo poi così male.
Meglio però che ci svegliamo noi dal torpore e iniziamo un percorso di cambiamento quando non abbiamo il fiato sul collo o una situazione al limite, piuttosto che iniziare un percorso con l'ansia da prestazioni alle calcagna.
Cambiare, cambiare abitudini, richiede una quantità di energie mentali molto grande.
Uno sforzo che si può fare solo quando la nostra mente è libera da altre preoccupazioni.
Mai avviare questo processo quando la mente è impegnata a processare preoccupazioni e problemi, perché ormai è troppo tardi e le probabilità di successo sono molto scarse.
Vuoi uscire dalla comfort zone?