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04/06/18 Roberto Beneduci Blog
Da uno scambio mail dopo la pubblicazione dell’articolo “Converti al Cloud e prendi due piccioni” del 21 Marzo 2018.
Dopo la NL e la pubblicazione dell’articolo “Converti al Cloud e prendi due piccioni” ci scrive un cliente:
“Ho letto con interesse il post ricevuto via mail.
È indubbio che oggi vi sia un forte interesse di tutti i fornitori di servizi in cloud di convincere clienti e loro referenti informatici ad utilizzare il cloud in maniera sempre più estesa. Meno mi convince il fatto che vi sia una equa ripartizione del profitto in relazione alle responsabilità che alcuni servizi implicano.
Tanto per essere concreti... se vado da un mio cliente e lo persuado ad acquistare un servizio di 1backup dopo avergli fatto una ramanzina sulla sicurezza dei dati, sugli attacchi hacker e sul fatto che i suoi dati stanno in buone mani in un super data center, gli sto in realtà proponendo un servizio che contiene tra le righe del contratto di utilizzo queste meravigliose frasi:
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Esclusione Di Garanzia
la trasmissione, l'archiviazione, la visualizzazione e il recupero di dati e file attraverso il world wide web è soggetto a una serie di condizioni che rendono tale trasmissione, archiviazione, visualizzazione e il recupero potenzialmente inaffidabili. pertanto, il tuo account e il servizio vengono forniti "così come sono" e "come disponibili", a vostro rischio e pericolo. CoreTech srl, per conto dei suoi distributori, pubblicitari e fornitori, esclude ogni garanzia e condizione, implicita o esplicita, derivante dalla legge o altro, in rispetto del tuo account e del servizio (inclusi, senza alcuna limitazione, le garanzie implicite di commerciabilità, idoneità per un particolare scopo e non violazione). il tuo account e il servizio potrebbero non soddisfare le vostre esigenze.
CoreTech non rilascia alcuna dichiarazione o garanzia:
L'utente riconosce che ogni materiale e dato recuperati attraverso l'uso del servizio è a sua scelta e rischio e che sarà l'unico responsabile per eventuali danni al computer o perdita di dati derivanti dal recupero di tale materiale o dati.
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Forse mi sono perso qualcosa del ragionamento fatto nel vostro articolo...
Ma ho il forte sospetto che il cloud sia, non dico sempre ma spesso, solamente un gran affare per chi sta a monte della catena, poiché tanto le grane e i rischi sono tutti sulle spalle di colui che propone e configura tali servizi al cliente finale. Sarei tanto contento di sbagliarmi... “
“Buongiorno, cerco di rispondere alla sua email.
Confermo che il Cloud è un business profittevole per i cloud provider. La crescita del settore è a due cifre, mediamente superiore al 50% anno su anno. Ma questo non si raggiunge in maniera semplice. Sono necessari investimenti ingenti e parecchio lavoro.
C'è chi ha scelto di fare il cloud provider attraverso scorciatoie, utilizzando ad esempio hardware "noleggiato", hardware a basso costo, data center scadenti o data center fatti in casa... letteralmente in cantina o in uno stanzino, con un pinguino e un gruppo di continuità "domestico". Gli stessi magari hanno utilizzato prodotti commerciali accessibili a tutti per la scelta della piattaforma di gestione, come ad esempio vCloud Director di VMware od altri prodotti come OnApp.
Poi ci sono quegli interlocutori che hanno intrapreso strade più difficili, lunghe e dispendiose. Acquistano hardware di marca, più affidabile e più performante, a maggior costo... usano data center di prima scelta... e hanno investito nello sviluppo di piattaforme di orchestrazione proprietarie.
CoreTech ha scelto la seconda strada.
Quindi se da una parte è vero che si guadagna, dall'altra è vero che si spende parecchio.
Noi acquistiamo server HP, Switch Aruba, Firewall Enterprise di Fortigate. Abbiamo sviluppato una piattaforma in continua evoluzione che ha richiesto 5 anni di lavoro.
Ma il punto centrale non è quanto guadagna il cloud provider. Perché se fa questo ragionamento, rischia di infilarsi in un vicolo cieco anche quando va a fare la spesa al supermercato.
Dovrebbe pensare se quello che guadagna è giusto e in linea con quello che offre il mercato.
Deve pensare se ritiene di avere un panorama di scelta del fornitore soddisfacente per lei.
Il nostro partner mediamente ha un margine standard del 25% che è un margine superiore a quello che le lasciano i vendor hardware come HP, IBM, Dell. È un margine equivalente o superiore a quello che le lascia Microsoft od altri brand.
Se lei può avere trattamento migliore da parte di Amazon, Google, Azure, DigitalOcean, Ovh o Aruba... allora ponderi la sua scelta e decida da chi fornirsi.
Non faccia però l'errore di non scegliere nessuno perché crede che quello che guadagnano i provider è troppo, altrimenti chi ci rimette è solo lei.
Il punto è che i clienti si stanno spostando nel cloud. La domanda che si deve porre è: "Adesso io che cazzo faccio?"
Può decidere di remare contro e opporsi al cambiamento... In tal caso, posso farle cambiare idea dicendo qualcosa? Non credo.
Però le posso dire cosa succede ogni giorno. Le riporto la telefonata di oggi da parte di un rivenditore (mi è stata riferita da una collega) che si serviva da un altro distributore per un prodotto che vendiamo (non un prodotto cloud).
Ci ha chiamato... era arrabbiato con sé stesso perché ha perso un cliente che si è fatto soffiare da un altro partner che gli ha offerto il cloud. Questa cosa ha fatto scattare in lui l'istinto di sopravvivenza e ha deciso che il suo attuale distributore non è allineato alle esigenze di mercato.
Ha detto "da adesso compro da voi quel prodotto, perché so che diventando vostro partner potrò avere accesso anche alle altre offerte Cloud. Poi sarò io a decidere caso per caso se offrire al cliente la soluzione on premises o la soluzione cloud, in base a quello che mi conviene"
Il consiglio che posso darle è di scegliere qualcuno e impostare una sua strategia ANCHE di offerta Cloud.
Relativamente ai contratti. Non ce lo siamo inventati noi da zero... Abbiamo preso i contratti di una decina di provider - italiani ed esteri - e quello che abbiamo realizzato, con il supporto del legale, ne è la falsa riga.
Chiaro che se ha clienti che la pagano bene, spendono quello che c'è da spendere per IT e stanno al passo coi tempi dal punto di vista infrastrutturale... allora non c'è bisogno che li porti in cloud.
Grazie per il suo feedback. Ci fa capire come la pensano i partner, anche quelli che non ci scrivono.”